Immaginiamo il mare come qualcosa di immutabile, un gigante silenzioso e immobile. Immaginiamoci fermi a guardare l’orizzonte: tutto ci sembra immoto sulla superficie dell’acqua, è una giornata serena, qualche piccola onda increspa la superficie. Oppure potrebbe essere una giornata di pioggia e vento: vediamo delle grandi onde che agitano l’acqua. Ma sotto quel primo strato mosso, increspato, giù nelle profondità, cosa succede? L’acqua rimane immobile? Il mistero di quello che accade nel mare dove non vediamo affascina gli artisti e ricercatori da sempre e ci spinge a progredire nella conoscenza. Ora sappiamo che, in quella calma apparente, nel silenzio, l’agitazione è costante: il mare e gli oceani sono in continuo movimento. Correnti superficiali e profonde scorrono come i fiumi spostando gigantesche masse di acqua da una parte all’altra del globo. Ma come funziona questa circolazione di fiumi marini intricata e tortuosa in grado di spostare acqua, nutrienti, piante e animali?
Con il termine “corrente marina” si intende qualsiasi movimento di masse d’acqua, persistente nel tempo, indotto da diverse cause, capace di mobilitare e trasportare importanti volumi. Le correnti dipendono da una varietà di fattori: il vento, le maree, i cambiamenti nella densità dell’acqua e la rotazione della terra. Il modo in cui sono fatti i fondali e le coste, poi, ne plasma i moti, causando accelerazioni, rallentamenti e cambi di direzione. Possiamo parlare di due categorie principali: correnti di superficie e correnti oceaniche profonde. La circolazione superficiale degli oceani è indotta principalmente dai venti e controlla il moto di circa il 10% delle acque, dalla superficie in giù. Le correnti profonde sono invece il vero motore interno della circolazione oceanica, arrivando a mobilitare fino al 90% delle masse d’acqua dalla superficie alle aree più profonde. I vortici e i movimenti di questi due tipi di correnti tengono in vita una costante danza in tutti gli oceani. Andiamo a vedere da vicino lo spettacolo danzante.
Come può il vento generare corrente? Quando questo soffia sul mare sospinge gli strati superficiali dell’acqua ed è proprio questo movimento a trascinare gli strati sottostanti, che sospingono quelli ancora più profondi. È come se l’effetto del vento si propagasse lungo la colonna d’acqua e sappiamo che il suo eco può arrivare fino a 400 metri di profondità. Nell’atmosfera della terra per ogni emisfero ci sono tre gruppi di venti: nelle regioni tropicali e in quelle polari i venti soffiano da est verso ovest, mentre alle medie latitudini soffiano in direzione opposta, da ovest verso est e sono molto più irregolari. Lo scontro e l’incontro di questi venti e masse d’acqua crea potenti vortici acquatici, detti gyre, diversi per i tropici e per le regioni polari. Nel gyre subtropicale l’acqua circola in senso orario, mentre più a nord, il gyre subpolare si muove in senso antiorario. Inoltre, bisogna considerare che i gyre oceanici non sono simmetrici: la corrente è molto più intensa sul margine Ovest del bacino a causa della rotazione e della forma sferica della Terra. Se la terra non ruotasse su se stessa, questi incredibili vortici non si formerebbero affatto, ma l’aria e l’acqua si sposterebbero solo avanti e indietro tra la bassa pressione dell’equatore e l’alta pressione ai poli. Il fatto che la terra gira e devia gigantesche masse d’acqua è un fenomeno noto con il nome “Effetto di Coriolis”. Queste spirali gigantesche create dai venti e dalla piroetta costante del pianeta si propagano nelle masse d’acqua sottostanti, contribuendo a ridistribuire il calore intorno al globo. Una fra le correnti più famose è la corrente del Golfo. Il primo a descriverla è stato Henry Stommel, padre fondatore dell’oceanografia moderna nel suo libro del 1958 intitolato “The Gulf Stream”. Questa corrente è impegnativa e affascinante per chi la studia e anche per chi si trova ad affrontarla in navigazione. La corrente del Golfo separa il gyre del Nord-Atlantico dal gyre subpolare. Questo flusso di acqua enorme non è placido e costante ma è un fiume che si agita e si ritorce nei suoi meandri.
Le masse d’acqua nelle profondità degli oceani, invece, si muovono principalmente grazie alle variazioni di densità dell’acqua. Come può variare la densità di un liquido? Se cambiano la sua temperatura e i sali disciolti. A questo punto del racconto andiamo a vedere il viaggio che compiono le acque oceaniche grazie ai cambiamenti di temperatura e salinità.
Nel percorso verso il polo Nord, l’acqua si raffredda e arriva ad avere anche una maggiore concentrazione di sale. Al suo interno, infatti, si formano meravigliosi cristalli di ghiaccio che intrappolano l’acqua e rilasciano il sale. Quest’acqua fredda e salata è più densa e quindi tende a scendere verso il fondo, lasciando il posto alla più calda acqua di superficie. Questo movimento genera una corrente verticale chiamata circolazione termoalina, da “termo” che sta per temperatura e “alina” che sta per salinità. Questa circolazione verticale incontra i gyre subtropicali e subpolari creando un fenomeno che coinvolge tutta la vita sulla terra: un tortuoso anello chiamato “Great Conveyor Belt”, grande nastro trasportatore, la più lunga corrente nel mondo che si snoda in tutti gli angoli del pianeta. Questo nastro mette in comunicazione i due tipi di correnti che abbiamo definito all’inizio: quelle superficiali e quelle profonde, così tutto si ricongiunge in un ciclo unico. In questa unione la corrente del Golfo rappresenta il ramo di ritorno della cella di circolazione atlantica trasferendo calore dall’emisfero sud a quello nord. Ma attenzione,il Great Conveyor Belt è un fiume che scorre placido, percorre infatti solo pochi centimetri al secondo. Per comprendere la lentezza di questo processo naturale ed entrare sempre di più nei tempi geologici della Terra possiamo immaginare che una goccia d’acqua proveniente da un ghiacciaio artico potrebbe impiegare mille anni per tornare ad essere parte di quel ghiacciaio.
L’aumento della temperatura del mare, però, causa un apparente rallentamento del nastro trasportatore e della corrente del golfo. I modelli mostrano come questo stia scombinando i sistemi acquatici su entrambi i lati dell’Atlantico e nessuno sa cosa succederebbe in caso di un ulteriore rallentamento o di un arresto totale. L’unico modo per prevederlo è continuare a tenere vivo il mistero di certi fenomeni naturali, rendersi conto che di fronte alle loro dimensioni e ai loro tempi l’essere umano è piccolissimo. Tuttavia il suo impatto può essere gigantesco se non si intreccia alle delicate armonie naturali. E’ fondamentale continuare a studiare le correnti e le potenti forze che lo determinano per comprendere sempre meglio questi fenomeni e accordarsi al ritmo, a volte lento, a volte veloce, di questa costante danza silenziosa.
Questa danza dal profondo dell’oceano alla superficie, porta con sé nutrienti che alimentano dei microrganismi alla base delle catene alimentari oceaniche: il fitoplancton. Vedremo nella prossima puntata di cosa stiamo parlando.