Sogni d’oro è forse l’augurio più bello che si possa ricevere e le nostre notti in montagna non devono essere da meno!
In una delle precedenti LupoPills abbiamo parlato di una fidata compagna per le nostre nottate in natura, la tenda, che ci aiuta a ripararci da vento e pioggia. La migliore funzione isolante, tuttavia, la svolge il suo collega fidato, il sacco a pelo.
Ecco allora una panoramica sulle principali caratteristiche dei sacchi a peli moderni, con qualche suggerimento in stile Lupo Pills.
La funzione di base dei sacchi a pelo è di proteggerci dal freddo.
Il principio che sfruttano è lo stesso di qualsiasi altro indumento: creare un’intercapedine d’aria tra il nostro corpo e l’ambiente esterno. L’aria, difatti, è un ottimo isolante per cui, una volta scaldata dal calore del nostro corpo, crea una barriera che impedisce al “freddo” di raggiungerci e “rubarci” altro calore. Dunque, prima regola: maggiore è il freddo da contrastare, maggiore dovrà essere il potere isolante del sacco a pelo. Ne consegue che il primo parametro per sceglierlo sia la temperatura per cui è ideato.
La stragrande maggioranza delle case produttrici riporta un range di temperature (Figura 1), distinguendo tra:
– la temperatura massima sopportabile prima che il sacco a pelo risulti troppo caldo per un buon sonno;
– la temperatura di comfort, ossia quella ottimale che ci permette di fare un sonno confortevole in posizione distesa per circa 8 ore …quello dei famosi sogni d’oro;
– la temperatura limite, al disotto della quale il sacco a pelo non assicura più la giusta protezione dal freddo e il rischio di ipotermia insorge.
Delle tre, le ultime due – e in particolare l’ultima – sono chiaramente quelle a cui badare maggiormente. Nei sacchi a pelo unisex (la maggioranza), alcune marche – come la Ferrino – complicano la storia distinguendo tra temperatura di comfort maschile e femminile, rispettivamente più e meno resistente al freddo: può risultare un aiuto ulteriore nella scelta, per quanto la grande soggettività nella percezione del freddo rimane il grande fattore di variabilità. Difatti, secondo consiglio (alla greca): “Conosci te stesso!”. Se sai di essere freddoloso scegli un sacco a pelo qualche grado più caldo della temperatura che troverai in montagna, (o pensa ad un abbigliamento differente con cui dormire*).
Ma cosa c’è dentro un sacco a pelo che permette di isolarci tanto bene? Ad oggi, le alternative sono due, frutto di due “tecnologie” profondamente diverse: da un lato, moderni materiali sintetici altamente performanti; dall’altro, il frutto di milioni di anni di evoluzione, la piuma d’oca (o d’anatra).
La piuma ha un maggior potere isolante, è più comprimibile, più leggera (e più cara). Ma soffre l’umidità e richiede maggiore cura: quando non utilizzato, è bene riporre il sacco in piuma in un’ampia «sacca di decompressione» dove possa mantenere il suo volume (..se non in dotazione, una fodera di cuscino va già bene). A parità di potere isolante, i sacchi in sintetico, invece, sono circa il 40% più pesanti e il 20% più ingombranti (quando compressi) rispetto a quelli in piuma. Dal canto loro, però, sono più facili da lavare e costano meno (un buon 30-40% in meno).
Se cercate un prodotto performante, leggero e dall’ingombro minimo per i vostri trekking di più giorni, il sacco in piuma è decisamente la scelta giusta. In tal caso, ecco alcune tips in più. Solitamente vengono riportati due valori per descrivere l’imbottitura del sacco in piuma: il rapporto piumino/piuma e il Fill Power. Il primo descrive le percentuali di piumino e piuma presenti nel sacco: il piumino dona più calore, la piuma più struttura, massimizzando il volume del sacco, una volta aperto. A parità di altre caratteristiche, un sacco “90/10” sarà perciò leggermente più caldo di un “80/20”. Il Fill Power, invece, è una misura del volume che occupa un’oncia di imbottitura e si esprime in CUIN (Cubic Inch): a parità di peso, perciò, più CUIN significano maggiore volume, e dunque maggiore potere isolante. Vista l’origine animale del prodotto, molte case ci tengono ad informarci degli elevati standard che soddisfa la loro filiera produttiva. Certificazioni come RDS (Responsible Down Standard) o Down Codex garantiscono che piumino e piume provengono da allevamenti responsabili che rispettano il benessere animale e da processi manufatturieri che utilizzano modelli e procedure gestionali conformi ai requisiti fissati. Meglio di niente.
Per quanto riguarda i sacchi in sintetico, invece, il parametro che ne descrive il “calore” dell’imbottitura è il volume per grammo di peso (nuovamente, maggiore il volume, maggiore il potere isolante). Last but not least, alcune case produttrici hanno recentemente presentato sacchi costruiti con materiali sintetici riciclati.
Nella scelta, badate anche ad altre caratteristiche:
– Taglia. Molti modelli vengono proposti in due o più taglie, solitamente riportate come Small/Large o con associata un’altezza di riferimento. Evitate di prendere taglie troppo più grandi di voi: oltre ad un aumento di peso, lo spazio vuoto in eccesso ai piedi del sacco ne ridurrà il potere isolante. Occhio anche al contrario, o vi ritroverete a non poter distendere comodamente le gambe!
– Cerniera. Tradizionalmente laterale. A destra per i mancini, a sinistra per i destri, ma non è una legge. Alcune case propongono anche cerniere centrali: non le abbiamo ancora mai provate, quindi non possiamo dare consigli a riguardo. Ed ora, grande dramma di molte nottate: l’inceppatura della zip! Vi sarà sicuramente capitato di rimanere incastrati nel sacco quando la cerniera pizzica il rivestimento dell’imbottitura. Decisamente scomodo! È ancora un grande bug di molti modelli. Fate qualche prova in negozio per valutare l’efficacia delle coprilampo, ormai presenti quasi ovunque, ma non sempre efficaci. (E per chi il sacco già ce l’ha, presto un video di Giulio Appenninico sulla tecnica anti-inceppatura!)
– Tasca interna. Non sempre è presente. Può essere comoda soprattutto quando non si dorme in tenda, per tenere a portata torcia, telefono o tenere al caldo batterie o farmaci che non devono congelarsi.
– Forma. A mummia, generalmente più tecnici, con una struttura tale da rimanere più aderente al corpo e – nei modelli meglio strutturati – con fasce imbottite all’altezza del collo e lungo la zip e con cuciture sfalsate tra tessuto interno ed esterno (nei più costosi anche termosaldate) per ridurre al minimo la dispersione di calore. Per contesti meno impegnativi, l’alternativa sono i “classici” sacchi rettangolari: meno tecnici, ma più comodi, “pratici” ed economici; permettono più libertà di movimento durante il sonno e, se aperti totalmente, possono diventare una coperta (Figura 2). Alcuni modelli sono ideati per poter essere accoppiati ad un sacco gemello per crearne uno a “due posti”. Bello se vi piace dormire abbraccicati alla vostra dolce metà!
Dopo questa carrellata di informazioni, siete già un passo più vicini alla vostra prossima avventura! Dal campeggio stanziale, chitarra e infradito, alla nottata primaverile, alla traversata alpina in autosufficienza! Ogni attività ha il suo sacco a pelo più indicato… ora sta a voi trovare il giusto compromesso!
Immaginandovi già nella quiete di una faggeta appenninica o sotto un cielo stellato, a noi non resta che augurarvi… sogni d’oro!
Ancora qui a leggere?!
Beh, allora possiamo dirti anche che esistono altre attrezzature simili e/o connesse al sacco a pelo!
Il sacco-lenzuolo: una versione ultra-leggera del sacco a pelo; spesso in cotone o altre fibre vegetali, ottimo per le notti più calde o un utile compagno nei pernotti in rifugio quando si usano coperte in comune.
Il sacco-bivacco: pensato per sostituire la tenda nelle nottate all’addiaccio; si aggiunge al sacco a pelo, rendendolo impermeabile e ulteriormente isolante.
Con questo, almeno per oggi, è davvero tutto! Buone avventure!